Articoli

Si chiude il progetto Ethical Cheese: i risultati di trenta mesi di attività

Leggi il comunicato stampa

Ethical Cheese – Valorizzazione commerciale del Parmigiano Reggiano basata sulla diversificazione produttiva e certificazioni aggiuntive alla DOP: biologico e benessere animale.

Reggio Emilia, 26 settembre 2022 – Dopo trenta mesi di intense attività, si chiude positivamente l’esperienza di Ethical Cheese – Valorizzazione commerciale del Parmigiano Reggiano basata sulla diversificazione produttiva e certificazioni aggiuntive alla DOP: biologico e benessere animale, il cui scopo è stato quello di organizzare una filiera produttiva del Parmigiano Reggiano con plus di qualità aggiuntivi alla DOP, capaci di cogliere le richieste del consumatore attento all’eticità e alla sostenibilità delle produzioni.

Iniziato nel settembre 2019, il progetto ha posto l’accento sulla valorizzazione commerciale di standard più elevati di benessere animale e ridotto uso di farmaci applicati al Parmigiano Reggiano DOP, attraverso l’organizzazione di una filiera corta, molto specializzata e rivolta alla commercializzazione sul mercato domestico e all’estero, verso Paesi particolarmente sensibili a queste tematiche etiche.

Il primo risultato ottenuto è stato la verifica di quali disciplinari commerciali internazionali basati su protocolli con alti standard di benessere animale possono essere applicati alla realtà del Parmigiano Reggiano, facendo un’attenta analisi di aspetti tecnici ed economici. Conoscere le principali criticità rispetto a un disciplinare con alti standard di benessere animale e il costo (investimento e gestione) dei possibili interventi per risolverle è fondamentale per capire quanto l’adesione a un’iniziativa di questo tipo possa incidere positivamente o negativamente sulla redditività aziendale. Un altro aspetto da non sottovalutare è quello che attraverso il progetto è stato possibile capire quanto un protocollo come questo possa “pesare” sull’ambiente. Ethical Cheese, infatti, ha permesso anche di verificare la possibilità di migliorare la produzione foraggera e l’utilizzo razionale del pascolamento nelle aziende da latte, con lo scopo di diminuire il ricorso ad alimenti provenienti da fuori azienda e la corretta ed efficace valorizzazione dei reflui zootecnici ai fini ammendanti e nutritivi nelle aziende.

In particolare, l’analisi tecnica, economica e ambientale relativa agli interventi migliorativi per adeguarsi al protocollo con standard di benessere animale superiori ai minimi di legge ha permesso di valutare se l’adesione da parte di allevatori e trasformatori a questi standard possa essere sostenibile da ogni punto di vista. Per esempio, dal punto di vista economico è emerso, con tutta evidenza, che gli interventi finalizzati al miglioramento del benessere animale permettono di ridurre le spese di farmaci e di veterinario negli allevamenti coinvolti in Ethical Cheese e che la creazione di una filiera con alti standard di benessere animale può favorire una migliore remunerazione del prodotto all’origine, data dalla possibilità di un posizionamento “premium” grazie ai plus intrinseci e contenuti di valore etico facilmente comunicabili.

Un aspetto fondamentale da considerare è il possibile maggior prezzo di vendita del formaggio con alti standard qualitativi rispetto a quello tradizionale, ipotizzabile per il fatto che il consumatore finale risponda positivamente alla proposta di prodotti con elevato contenuto di benessere animale e di sostenibilità ambientale; in altre parole, si può pensare ad un benefico effetto a cascata, che dal maggior prezzo di vendita del formaggio “etico” risale fino alla produzione primaria, con maggiore prezzo di vendita del latte “benessere”, all’interno di accordi di filiera che prevedano specifici capitolati di fornitura. Peraltro, non è azzardato prevedere un aumento della domanda di questi prodotti da parte della distribuzione estera, soprattutto in quei paesi particolarmente sensibili, per cultura e tradizione, alle tematiche del benessere animale, anche perché il protocollo del caseificio Montanari & Gruzza, capofila del progetto, è strettamente legato al disciplinare inglese Red Tractor.

Infine, attraverso le attività di divulgazione è stato possibile diffondere i risultati di Ethical Cheese, non solo al caseificio e agli allevatori coinvolti, ma anche a un vasto numero di imprese agro-zootecniche e di addetti ai lavori (tecnici e veterinari, ricercatori universitari, associazioni di allevatori, organizzazioni agricole, responsabili di servizi di sviluppo agricolo o di altri servizi tecnici pubblici).

Nei siti web di Montanari & Gruzza e della Fondazione CRPA Studi Ricerche – ETS sono disponibili e scaricabili i prodotti divulgativi relativi alle attività e ai risultati del progetto Ethical Cheese: le quattro newsletter, gli articoli divulgativi, l’opuscolo sul protocollo e i materiali utilizzati durante il convegno finale del 14 settembre scorso (le presentazioni dei relatori e la registrazione video dell’evento).

Il Gruppo Operativo Ethical Cheese, finanziato dal Psr 2014-2020 dell’Emilia-Romagna, vede, oltre al già citato caseificio Montanari & Gruzza spa, in qualità di capofila, anche: Fondazione CRPA Studi Ricerche ETS, Bertoni srl, Società agricola Colombare S.S., Società Agricola “Il Bosco” ss, Conforti scarl, Centro Ricerche Produzioni Animali – CRPA Soc. Cons. p. A. e Dinamica Soc. Cons. a rl.

Per informazioni: https://www.fondazionecrpa.it/prodotto/goi-ethical-cheese/

Sito capofila: https://www.montanari-gruzza.it/

Contatto: a.gastaldo@crpa.it.