Slegami, indagine sulle stalle a stabulazione fissa

I risultati nella newsletter 2 del progetto

Per individuare soluzioni innovative e sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico per migliorare il benessere animale nelle stalle a stabulazione fissa, sia in quelle che possono essere trasformate in stalle libere, sia in quelle che non possono, è operativo il Gruppo per l’Innovazione SLEGAMI – Soluzioni innovative e sostenibili per migliorare il benessere animale nelle stalle fisse dell’area del Parmigiano Reggiano.

Il progetto, finanziato dal Psr dell’Emilia-Romagna, vede come partner: Fondazione CRPA Studi Ricerche (capofila), Università degli Studi di Milano – Dipartimento di Medicina Veterinaria; Caseificio Sociale Cavola Soc. Coop Agricola; Latteria Sociale San Pier Damiani soc. agr. coop.; Società Agricola Delsante Elvezio e Saverio; Belli Marco; Azienda Agricola Garofani di Rodolfo e Orietta Società Agricola; Azienda Agricola Il Nuovo Capannone di Lugari Carlo; Centro Ricerche Produzioni Animali – CRPA SpA; Dinamica Soc. Cons. a r.l.

Durante il primo anno di attività i partner FCSR e CRPA in stretta collaborazione con il Consorzio del Parmigiano Reggiano (cofinanziatore del gruppo operativo) hanno realizzato un’indagine conoscitiva su dimensioni, caratteristiche e gestione aziendale in un campione rappresentativo di 105 allevamenti (139 stalle) a stabulazione fissa dell’area di produzione del Parmigiano Reggiano, diversificate per collocazione geografica (provincia, pianura, collina e montagna) e dimensione della mandria. Complessivamente, l’indagine ha riguardato un numero totale di oltre 5.000 vacche da latte.

I risultati sono sintetizzati di seguito:

  • 42 vacche è la capienza media delle aziende indagate, con il 60% comprese fra 21 e 50 capi;
  • le aziende medio-piccole con non più di 50 vacche (65%) sono collocate sia in aree marginali di montagna che in aree altamente produttive della pianura padana;
  • il 78% dei conduttori è sotto i 60 anni, con un discreto livello di scolarizzazione che arriva al 90% nei più giovani;
  • il 46% delle aziende ha un giovane sotto i 40 anni che già gestisce l’azienda o che sarà in grado di subentrare all’attuale conduttore, garantendone la sopravvivenza;
  • più di 1/3 delle aziende ha in progetto interventi migliorativi di ristrutturazione che riguardano le vacche stabulate in posta fissa;
  • la sola tipologia d’allevamento è quella in ricovero senza accesso all’esterno con vacche stabulate prevalentemente (92%) a stabulazione fissa in entrambi le fasi (lattazione e asciutta);
  • nel 59% delle 139 stalle analizzate c’è un eccessivo carico di animali rispetto alla superficie coperta dell’edificio;
  • nella maggioranza dei casi le strutture portanti sono in calcestruzzo (68%) o a muri portanti (27%) con un discreto numero di stalle con solai piani e materiali di copertura vecchi e privi d’isolamento termico, a indicare, com’era logico aspettarsi, la presenza di un certo numero di strutture datate poco adatte ad ospitare le bovine;
  • nonostante le strutture non siano sempre ottimali dal punto di vista costruttivo, i livelli di ventilazione e illuminazione naturale risultano almeno accettabili rispettivamente nell’88 e nel 96% delle stalle. Insufficiente, invece, l’impianto d’illuminazione artificiale non in grado di garantire un livello d’illuminamento adeguato nel 58% delle stalle.

Per informazioni: https://www.fondazionecrpa.it/prodotto/goi-slegami/

Contatto: a.gastaldo@crpa.it

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